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Panata
Viterbo, seconda metà sec. XII – primi anni sec. XIII
Vaso con orlo indistinto, collo tronco conico, corpo globulare, fondo piano apodo. Beccuccio espanso, attaccato all’orlo; due anse a nastro contrapposte, complanari all’orlo.
Ceramica di semplice impasto ben depurato di tonalità chiara. Questa forma in terracotta, che si ritrova a Viterbo in più esemplari di varie misure, va definita “panata” secondo la rubrica 147 dello Statuto del 1251, dove il Comune di Viterbo decreta che tale vaso debba essere fatto con due manici, come nel passato.
Inedita. Ricomposizione di vari frammenti e integrazione dell’ansa e di lacune nel corpo. -
Catino
Viterbo, prima metà sec. XV
Catino a tesa orizzontale con orlo rilevato, cavetto tronco conico, fondo piano apodo. Maiolica. Impasto rosato. Vetrina all’esterno.
Disegno in bruno manganese, campiture in verde a rilievo. Entro un medaglione circolare è la raffigurazione di un essere antropomorfo con testa umana su corpo di leone rampante. Presente nel corredo iconografico del vasaio viterbese, la figura è una riproduzione particolarmente incisiva di un essere antropo-zoomorfo tratto dal bestiario medievale.
Il decoro è completato da bacche e foglie di quercia con goccioloni sulla parete, e da un filo ondulato ed elementi floreali sulla tesa.
Edito. Bibl.: Luzi, 1991, p. 2006, fig. 9.
Ricomposto, con integrazione e ripristino pittorico di modeste lacune. -
Piatto
Deruta, prima metà sec. XVI
Piatto fondo a tesa obliqua con orlo rilevato, cavetto emisferico, piede ad anello con due fori. Maiolica. Impasto di tonalità cromatica media. Invetriato nel verso. Decoro in giallo, arancio, blu e verde. Nel cavetto è rappresentato lo stemma araldico di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, i re cattolici di Spagna che sostennero l’impresa di Cristoforo Colombo.
Lo scudo difatti, sormontato dalla corona regale, è diviso in quattro parti che riportano gli emblemi di Ferdinando, con i pali e le aquile incoronate, e di Isabella con il leone rampante e il castello. Ai lati si trovano due cornucopie, simbolo di abbondanza, e sotto la rappresentazione del melograno a ricordo della conquista di Granada. Sulla tesa una decorazione a “quartieri”, tipica della produzione derutese, con motivi a embricazioni e fogliami classici.
Edito. Bibl.: Ravanelli Guidotti, 1992, p. 263, fig. 1, 1992, pp. 28-29; M. Paz Soler Ferrer, 2001, p. 366, scheda n. 92. Ricomposto, con integrazione e ripristino pittorico di modeste lacune. -
Boccale
Alto Lazio, seconda metà sec. XV
Boccale con orlo indistinto, bocca trilobata, collo svasato, corpo ovoidale, fondo piano e piede a disco; ansa a nastro impostata sotto l’orlo e nella massima espansione. Maiolica. Impasto chiaro. Invetriato all’interno. Disegno in blu cobalto, campiture in bruno manganese, ocra e blu.
Entro un riquadro doppiamente filettato si trova un busto femminile posto di profilo a sinistra, dalla ricca acconciatura, contornato da elementi vegetali di fiori e foglie.
Ai lati dell’ansa, che presenta entro bande orizzontali la lettera alfabetica “B” sormontata da un asterisco, sono fasce verticali con decoro a freccia. Sul collo sei piccoli pannelli filettati inquadrano losanghe.
Inedito. Ricomposto con integrazione e ripristino pittorico di ampie lacune nell’orlo e nel corpo.